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Category: 2010, ARTISTI by • mar 26th, 2012
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Daito Manabe

Daito Manabe

 

ha partecipato alla conferenza In-TERACTIVE Progress del FESTIVAL 01 GERMINAZIONI

e ha condotto il workshop BODY HACK / visualizza  intervista

Guarda il blog di Daito Manabe e le sue foto a Lugano

Da “La Provincia di Como” articolo dell’8 ottobre 2010

Si definisce un artista, oltre che un programmatore e un designer. Ciò che è certo è che, Daito Manabe, ospite d’onore del Festival dedicato al connubio fra tecnologie, arte e ambiente Tec.art.eco, in Giappone (e non solo) ha spopolato, soprattutto attraverso il canale di Youtube. Durante la conferenza di mercoledì al Palazzo dei Congressi a Lugano, Daito ha spiegato che il suo lavoro tocca solo tangenzialmente il processo artistico. La sua, effettivamente, è una ricerca curiosa e illimitata verso il creabile; e se seguiamo la sua teoria, secondo la quale l’arte consiste nel «creare un’idea e presentare un nuovo problema», trattasi effettivamente di creazione artistica. Il suo scopo è quello di sondare le relazioni fra corpo e suono. Come? Con un complicato congegno di sensori, Daito riesce a creare un movimento indotto sul viso; questa operazione, anche leggermente dolorosa, è in realtà un blandissimo elettroshock che permette di ottenere dei suoni creati dal computer, cui i sensori sono collegati tramite un sistema wireless. «L’elettroshock non l’ho inventato io – afferma l’artista – il problema che mi sono posto è stato quello di capire se questa tecnologia potesse essere utilizzata per realizzare una performance dal vivo». Un’applicazione concreta del pensiero laterale, termine coniato dallo psicologo Edward De Bono che prevede, nell’ambito della tecnologia, la vivificazione di oggetti o strumenti del passato tramite una rilettura degli stessi o la sovrapposizione di funzioni e elementi diversi. «In realtà avevo iniziato con l’applicare questi sensori al corpo di alcuni ballerini e performer, ma è stato frustrante -  ha spiegato Menabe – Allora mi sono detto: io non sono un ballerino, ma il volto lo so muovere. E ho iniziato a sperimentare questa possibilità espressiva». A dire il vero la creazione coreografica, per quanto forse non funzionale all’immagine sonora pensata da Daito, era di notevole impatto, perché i movimenti del corpo non si traducevano solo in suoni, ma anche in luci, cosa che contribuiva a creare un insieme davvero interessante. Il lavoro sul volto diventa più stimolante nel momento in cui Daito si pone il problema di attivare il suo stesso movimento facciale in più persone; ne consegue un risultato molto vicino all’automatismo, anche se – dato interessante – i movimenti sono quasi ma non totalmente identici a causa delle differenze somatiche tra le diverse persone. I suoi lavori di designer hanno avuto un notevole impatto: si pensi che la stessa Nike lo ha ingaggiato tempo fa per creare le scarpe sonore. Ma Daito non si ferma: gli obiettivi sono tanti, per chi decide di sondare il campo del possibile, e il prossimo progetto va in direzione del 3D e mira a creare un’alternativa all’utilizzo degli occhialini. guarda il video

L. D. C.

 


Body Hack workshop di Daito Manabe (J) media artist e interface designer

Il progetto di ricerca e di laboratori intitolato “BodyHack” è sviluppato da Daito Manabe , media artista, designer e programmatore giapponese, con la supervisione del bioingegnere Masaki Teruoka. Con un metodo di lavoro unico, trasversale ed interdisciplinare tra arte, design e ricerca, Manabe ha ridefinito radicalmente l’approccio con i nuovi media interattivi “esistenti”. Invece di usare le tecnologie per realizzare un’ulteriore realtà virtuale, ad alta risoluzione ed illusionistica, le sue opere mirano a riscoprire la bellezza di eventi transitori attraverso l’ attenta esplorazione delle proprietà di base del corpo, dei computer e della loro programmazione.

La maggior parte dei dispositivi utilizzati, come i sensori mioelettrici (input) e il dispositivo di stimolazione elettrica, sono stati progettati e realizzati da Daito Manabe. Il laboratorio intende condividere con i partecipanti le specifiche sui sistemi interattivi utilizzati dall’artista e fa parte di una serie di programmi di lavoro sulla tecnologia sperimentale che esplora la cibernetica e le relazioni fra suono ed espressione fisica. Alcuni sensori sono applicati ai muscoli facciali del soggetto prescelto per rilevare con l’ausilio di elettrodi i movimenti del viso nelle diverse espressioni. Gli impulsi elettrici provenienti dai muscoli, creano variazioni nella musica e nel segnale video per raggiungere effetti sia sulla traccia audio che nelle immagini prodotte.

Il laboratorio, condotto in lingua inglese, aperto a un massimo di 10 partecipanti (con modulo d’iscrizione su www.tecarteco.net) non richiede conoscenze informatiche specifiche. Sono comunque previste anche attività per gruppi di esperti.

Hard e software utilizzati : myoelectric sensor (input), “PiriPiri device”: electric stimulation device, max/msp(Main), processing, openframeworks (pc and mac based). Si consiglia di utilizzare il proprio laptop.

 

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